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Una squadra di trentini salva padre e figlio (malato) isolati da due giorni e liberano un gruppo di profughi bloccati dalla neve

Il raccolto dei soccorritori trentini che stanno operando nel comune di Rocca Santa Maria, in provincia di Teramo. Gubert: "Sveglia alle 5 di mattina e fino a notte fonda si lavora per liberare le strade da quasi 3 metri di neve"




TERAMO. Sono lì che cercano di scavare, di liberare le strade dai quasi 3 metri di neve per permettere a chi si trova isolato e senza elettricità di mettersi in salvo. E’ finita all’una di notte la giornata di ieri Lorenzo Gubert e di altri trentini che da mercoledì stanno aiutando le popolazioni colpite contemporaneamente dal terremoto e da una incredibile nevicata nel Centro Italia. Una corsa contro il tempo per cercare di liberare le strade e raggiungere le tante famiglie alle quale la neve e il freddo ha spento la luce di casa e sono rimaste in balia del freddo e con la necessità di cure mediche.

La situazione è drammatica ma nessuno tra i volontari si perde d’animo. In provincia di Teramo ci sono le situazioni più gravi, soprattutto nelle zone sulla dorsale nord est del Gran Sasso. Una gruppo di circa venticinque trentini si trova a Paranesi una frazione che fa parte del comune di Rocca Santa Maria, in provincia di Teramo nella regione Abruzzo. In questa regione, gli esperti hanno calcolato che sono caduti 20 milioni di litri di neve.

L'impegno dei soccorritori è continuo da ormai diversi giorni. Ed è proprio grazie al lavoro senza sosta, che i soccorritori trentini sono già riusciti a salvare la vita a due uomini padre e figlio isolati in casa e ad un gruppo di profughi.
Le difficoltà di comunicazione con i volontari al lavoro nelle zone colpite dal maltempo sono enormi. E solo ieri, in tarda serata, siamo riusciti a metterci in contatto con Lorenzo Gubert, dipendente del Servizio gestione strade, che mercoledì è partito dal Primiero per raggiungere l’Abruzzo.


“Siamo partiti immediatamente – ci racconta mentre si riposa per un attimo dal lavoro con la fresa – e mercoledì sera eravamo già qui a Teramo. Io ero nella seconda macchina arrivata dal Trentino per aiutare queste popolazioni. Qui la situazione che abbiamo trovato è molto critica. C’è tantissimo da fare e stiamo lavorando ma ci sono parecchie strade e frazioni isolate”. La zona, dal punto viabilistico, ci spiega Gubert, non è tra le più semplici. E' un labirinto bianco nel quale si cerca di avanzare quasi a passo d'uomo Ci sono molte strade che collegano i piccoli centri abitati e spesso sono molto strette. Ed è liberando una di queste strade che Lorenzo Gubert, assieme ad un collega, sono riusciti a trarre in salvo due uomini.

“Assieme con il mio collega – ci spiega Gubert – con la fresa abbiamo lavorato oltre tre ore per raggiungere una casa che era isolata. Dentro abbiamo trovato un uomo di circa 40 anni con suo padre. Erano bloccati da 2 giorni senza corrente elettrica e il figlio aveva bisogno di raggiungere l’ospedale per sottoporsi a dialisi e anche il padre aveva bisogno di cure mediche”.

Sempre grazie all’impegno di questa squadra di trentini ad essere salvati sono stati anche un gruppo di profughi che si trovavano in una casa rimasta isolata in mezzo alla neve. La gioia da parte loro nel vedere i soccorsi che si avvicinavano, ci raccontano, era indescrivibile. Sorrisi, abbracci, una foto di rito e poi tutti sono stati portati in salvo.

Il lavoro, come già detto, prosegue senza sosta da mercoledì sera e nessuno vuole tornarsene a casa. “Dormiamo a Teramo e per raggiungere questa zona – prosegue Lorenzo – ci vuole circa un’ora. Giovedì abbiamo iniziato a togliere neve alle 5 di mattina e siamo tornati all’una di notte. La neve è alta a partire da un metro e mezzo fino a tre metri. Il pranzo lo facciamo con un panino mentre siamo sulla fresa e ci fermiamo alla sera per un attimo a cenare e poi ripartiamo a liberare strade”.




La situazione per la frazione di Paranesi è complicata oltre che dal maltempo anche dal terremoto che ha colpito numerosi edifici. “Ci sono persone che vivono nelle roulotte – ci dice Gubert – perché hanno perso la loro casa e qui manca la corrente. Ora hanno il problema della neve e del freddo. Liberare le strade alle persone di rifornirsi di carburante per riscaldarsi ed è l’unico modo per salvare questa popolazione”.
fonte:www.ildolomiti.it
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